Dodici istantanee di suono incidentale – per rappresentazioni reali o immaginarie, poco importa – confermano l’attitudine non convenzionale di una orchestra di percussioni che lavora per sottrazione, facendo della ricerca timbrica la sua prima vocazione e curando imn modo particolare il ritmo implicito e fisiologico della musica piuttosto che il battito esplicito e dichiarato. Il sostegno dei fiati e di due voci femminili dà vita ad un mélange nel quale si insinuano idiomi jazz e post-canterburiani, con espressività cantabile dal leggero passo di danza anche quando, come nella splendida “Lucie”, vengono accolte istanze decisamente avant-garde. Musica onirica ed enigmatica, cui manca del tutto la voglie di stupire con effetti speciali.
Rockerilla – aprile 2008
…Un progetto che con “dodici” raggiunge un efficace compimento: spaziando dell’etnica al jazz più o meno free, da istanza canterburyane fino a una sorta di ambient post-industriale non così lontana dagli Einsturzende Neubauten meno fragorosi, il quintetto riesce a rendere avvincente e – a suo modo – accessibile la propria indole sperimentale, dando vita a quadri musicali avvolgenti e dal grande fascino notturno, in cui il gioco di vuoti e pieni crea atmosfere cangianti come gli stati d’animo che vogliono (e riescono a) suscitare. Sfiorando l’atonalità ma anche la forma-canzone, spezzando e ricomponendo ritmi e battiti e giocando con piglio teatrale con le voci; e regalando con “Lucie e l’amore” un quadretto di incantata dolcezza melodica.
Mucchio Selvaggio - settembre 2008
…Notevole il disco della C.A.D. fondata da Mario Martignoni e attiva dal 1994. “dodici” si muove tra echi della tradizione popolare mediterranea, ricerca sonora meta-genere e jazz. La sezione ritmica è fluente di toni e timbri arrivando a sciogliersi in puri armonici, la forza orchestrale è alimentata dall’ondivago moto tra partitura e improvvisazione, dai temi cantabili della sezione dei fiati, dal raccordo tra ritmo e melodia del pianoforte nell’ampiezza delle ottave, dalla voce di Antonella Bertini. “dodici” è un’altra conferma di quella scena praeter-jazz che va da Bassesfere ad Improvvirusoundexperience, da Chat Noir ad Improvvisatore Involontario.
Blow Up – marzo 2009