Recensione del CD CarbonCopy:
Basta una superficiale conoscenza della lingua inglese per cogliere il doppio senso: un nome che attesta il genio e l'inventiva di Mario Martignoni, percussionista del Laboratorio di Musica e Immagine, già dal '94 alla guida di questo personalissimo progetto legato al mondo delle percussioni. Nei cinque anni che ci separano da "Copyone", l'opera che ne aveva sancito l'esordio discografico, la Compagnia si è impegnata in ricerche e manifestazioni di svariata natura: studi sulla musica etnica e sullo sciamanesimo, sonorizzazioni di mostre d'arte, performance d'improvvisazione collettiva, rassegne per artisti da strada. Consolidato all'uopo un organico a cinque ed arricchito l'impianto strumentale con tromba, sax, pianoforte e contrabbasso, il quintetto bolognese ha potuto dunque registrare i nove episodi raccolti in "Carbon Copy", che per l'appunto ne riassumono gli eclettici interessi e l'indole multimediale. Si tratta di un album intrigante, in cui l'attenta speculazione sul suono, portata alle estreme conseguenze nell'impiego di strumenti impropri o addirittura inventati, non sacrifica mai l'immediatezza; anzi, grazie ad un accorto sviluppo dinamico, risulta sempre e comunque travolgente, tanto nei vorticosi momenti di psichedelica "trance" quanto negli ostici interludi di rumorismo minimale (F.M.A.)