Recensione performance Giornata Mondiale della Danza:
Una fila di mezz'ora all'ingresso del Museo d'arte moderna, aperto per l'occasione nella serata di ieri 29 aprile, è il preludio un po' scoraggiante della conclusione della GMD'08. Non a caso, Movimenti per soffio e attesa è il titolo un po' beffardo della manifestazione organizzata da Roberta Zerbini per Ekodanza. Per fortuna però si fa presto a pensare che ne sia valsa davvero la pena, perché l'evento di chiusura della GMD'08 è stato il momento più significativo della manifestazione che si è svolta ieri a Bologna. All'interno degli spazi espositivi del museo si sono susseguite le esibizioni dei danzatori delle scuole che hanno partecipato alla Giornata, e dei musicisti della Compagnia d'Arte Drummatica, ensemble che opera dal 1994 nel panorama della musica sperimentale e della performance dal vivo. A fare da cornice all'evento, le opere e installazioni esposte al MAMbo e fruibili gratuitamente da parte del pubblico. La sensazione iniziale e più immediata è di esitazione nel vedere le danzatrici e i musicisti mischiarsi fra la gente e "passeggiare" fra le opere d'arte. Ma l'effetto di spaesamento fa presto a svanire perché si è subito coinvolti da quanto ci accade dinanzi: la forza dirompente del movimento dei corpi, i suoni che scaturiscono da insoliti strumenti (tubi di gomma, barattoli di latta, pianole di legno di cocco, bocce di vetro...) quasi come per magia riescono a creare un'armonia perfetta in cui l'insolito, il divergente, il casuale si fondono e generano arte. Per spiegare con un termine tecnico l'approccio non ortodosso - che ha costituito il punto di forza di questo avvenimento - adottato in questa sorta di spettacolo, si parlerebbe di rottura della quarta parete, ossia lo scardinamento della divisione immaginaria che esiste in teatro fra spazio del pubblico e spazio degli attori, cioè fra finzione e realtà.
Ma se nella concezione originaria questa rottura produce un effetto di straniamento e fa ricordare agli spettatori che quello che stanno vedendo è finzione, in questo caso è successo esattamente l'opposto: qui lo spettatore ha la percezione di essere parte integrante dell'opera che si sta realizzando davanti ai suoi occhi e smette di essere un semplice astante per trasformarsi in interprete privilegiato e performer lui stesso. La protagonista assoluta è stata l'improvvisazione degli artisti, che coordinando le proprie arti e i propri gesti hanno dato vita a un'unica grande performance che ha lasciato il pubblico con il fiato sospeso e con la voglia contagiosa di essere parte di questa leggerezza e libertà. E' proprio questo il metodo usato dalla Compagnia composta da Mario Martignoni (batteria e percussioni), Diego Devincenzi (contrabbasso e percussioni), Marco Venturi (piano armonium e percussioni), Matteo Gabutti (sassofoni, percussioni), Giovanni Oscar Urso (tromba e percussioni): cercare una possibilità di coinvolgimento degli spettatori secondo logiche di 'immersione', lasciandosi avvolgere da sonoro e azione senza pensare alle logiche costitutive e grammaticali relative. L'empatia musicale e artistica - la simbiosi fra danza, corpo e suono - è l'esemplificazione del concetto di musica incidentale fatto proprio dai musicisti della Compagnia d'Arte Drummatica, mentre muove da considerazioni per certi versi contrarie - ma che finiscono per avere lo stesso esito - il presupposto didattico di Roberta Zerbini della Compagnia Ekodanza, ossia la ricerca di una tecnica corporea che permetta con coscienza ed armonia di riappropriarsi di un corpo presente, consapevole e comunicatore di eventi, della nostra presenza in questo mondo. Silvia Zammitti